Bologna 21 novembre 2024 – Si dice che la storia dell’umanità abbia camminato nelle impronte dei piedi dei cavalli. Ed è indubbio che fin dalle ere più lontane, la sua vicinanza ci abbia fornito enormi vantaggi.
Purtroppo, forse per una questione di gerarchia genetica, il cavallo non vanta però altrettanti crediti…
Secondo un recente studio pubblicato su Science Advances, neppure i nordicissimi Vichinghi, così devoti ai propri cavalli, escono indenni da un passato davvero poco horse friendly.
Da ricerche condotte presso l’Università di Cardiff, in epoca Vichinga, cavalli di provenienza scandinava venivano usati per riti sacrificali nelle regioni baltiche.
I ricercatori sono arrivati a queste conclusioni in virtù degli studi condotti su resti equini rinvenuti in siti cimiteriali in Russia e in Lituania. Si ritiene che i resti dei cavalli, analizzati con sofisticati sistemi, fissino i loro luoghi natali in Scandinavia. E pare che abbiano fatto tanta strada percorrendo le antiche vie commerciali che univano le terre dei Vichingi con quelle dei Bizzantini e dell’impero arabo.
Questa nuova teoria avvalorata dagli studiosi contrasta con l’idea fin qui sostenuta che i cavalli usati per i sacrifici fossero di provenienza locale. Al contrario, è emerso che cavalli antenati dei moderni Svedesi e Finlandesi venissero spostati per oltre 1500 chilometri attraverso il Mar Baltico per raggiungere il loro ‘destino’ mistico.
I riti sacrificali dei cavalli (e di altri animali) erano eventi comunitari molto sentiti nell’Europa pagana preistorica. E proprio nei paesi baltici tali usanze sono sopravvissute più a lungo. Le offerte propiziatorie potevano comprendere più cavalli, singoli esemplari o parti di essi. In molti antichi cimiteri delle aree baltiche esistono sepolture di cavalli separate da quelle degli uomini ma ci sono anche numerosi esempi di sepolture comuni.
Un’altra ipotesi che viene a cadere grazie agli studi di Cardiff riguarderebbe infine il sesso preferito dei cavalli per i sacrifici. In origine si pensava ci fosse una prevalenza di cavalli maschi interi. Le ultime ricerche invece indicano che su tre sepolture analizzate, due contenessero i resti di femmine.
Secondo la dottoressa Katherine French, prima autrice dello studio, nella storia, il prestigio dei cavalli scelti per i sacrifici non dipendeva dal loro sesso, bensì proprio dal fatto di provenire da terre molto lontane.